Login Contatti | RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO IX - NUMERO 2 - DICEMBRE 2023

UNA STAGNAZIONE SECOLARE? ITALIA, GIAPPONE, STATI UNITI, 1950-2015 di Vittorio Daniele

In Working papers
5 Agosto 2016

Nel 1938, nel suo discorso presidenziale alla American Economic Association, Alvin Hansen ipotizzò che con la Grande Depressione si fosse avviata un’era nuova per l’economia statunitense (Hansen, 1939). Un’era di effimere riprese economiche, durature recessioni, crescente sottoccupazione. L’economia statunitense – pronosticò Hansen – era destinata a una «stagnazione secolare» alla cui base vi erano tre cause fondamentali: la fine dell’espansione geografica che aveva caratterizzato il secolo precedente; il declino del tasso di crescita della popolazione; l’utilizzo di nuove tecnologie a minore intensità di capitale rispetto a quelle impiegate nelle prime fasi dello sviluppo capitalistico. Riducendo il fabbisogno d’investimenti e, di conseguenza, determinando un eccesso strutturale di risparmio, queste forze avrebbero spinto l’economia verso un equilibrio di bassa crescita ed elevata disoccupazione . Previsioni che echeggiavano quelle esposte da J. M. Keynes in Some economic consequences of a declining population, pubblicato sull’Eugenics Review appena un anno prima (Keynes, 1937).

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