| RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO X - NUMERO 2 - DICEMBRE 2024

La morte del diritto. Ancora un necrologio

In questo volumetto si presenta ai lettori italiani la traduzione di un articolo (originariamente pubblicato per il “Cambridge Law Journal”) in cui l’autore affronta il tema, sempre attuale e mai definitivo, della effettiva capacità, da parte del diritto, di guidare e orientare le condotte degli agenti, alla luce degli sviluppi tecnologici della realtà contemporanea. Il paradigma normativo su cui si fonderebbe il diritto occidentale verterebbe in uno stato di crisi determinato dalla convergenza di una serie di fattori. Fra gli altri, l’avanzare dei complessi meccanismi di intelligenza artificiale e lo sviluppo dei sistemi di tecnologia informatica, che l’autore esamina unitamente alle proposte teoriche e filosofiche del pensatore francese Michel Foucault. La congiunzione di questi due ambiti di indagine conduce al necessario interrogativo concernente il ruolo da attribuire alla sfera giuridica e alle sue tipiche modalità di regolamentazione, dinanzi all’accrescimento della così detta ‘gestione tecnologica’ e al suo proposito di amministrare, in modo alternativo, lo spazio di agire dei cittadini e dei soggetti di diritto. Laddove spinta alle sue estreme conseguenze, l’analisi implicherebbe, appunto, la costatazione del venir meno, della ‘morte’ del diritto, nella sua accezione tradizionale e nelle sue consuete caratteristiche paradigmatiche.

L’Autore
William Lucy è ora professore ordinario di Filosofia del diritto presso la Durham University, nel Regno Unito, dopo aver insegnato nelle università di Hull, Keele, Cardiff, Manchester. Nella medesima Università è inoltre membro del Centre for Ethics and Law in the Life Sciences, nonché Associate Fellow all’Institute of Advanced Study. Tra le sue pubblicazioni devono almeno menzionarsi: Philosophy of Private Law, Clarendon, Oxford, 2007; Law’s Judgement, Hart Publishing, Oxford, 2017.