| RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO X - NUMERO 2 - DICEMBRE 2024

LEGALIZZARE LA TORTURA? ASCESA E DECLINO DELLO STATO DI DIRITTO, IL MULINO, BOLOGNA, 2013, 208 PP. di Ivan Valia

Legalizzare la tortura? Una domanda che non ci si dovrebbe mai porre, un interrogativo scabroso, un tema che suscita vergogna, disgusto ed imbarazzo. Eppure si tratta di una questione molto più vicina e familiare di quanto si pensi, che coinvolge non solo la sfera giuridica, ma che pone grandi interrogativi al filosofo del diritto, al sociologo, che ha forti influenze nel campo della politica ed un rilievo fondamentale in ambito morale. Di tutti questi aspetti sono più che consapevoli gli autori del libro, Marina Lalatta Costerbosa e Massimo La Torre, i quali affrontano il delicato tema privilegiando non un unico angolo visuale, non limitandosi cioè ad approfondire la questione esclusivamente da un punto di vista strettamente giuridico, ma effettuando anche una serie di approfondimenti di carattere storico, teorico, morale.
Ciò che sorprende e che al contempo convince, è che gli autori pongono in essere subito una sorta di autodifesa, difficilmente non condivisibile: comunicare al lettore che già il fatto stesso di discutere dell’argomento porta con sé un elemento di colpa, sporca in qualche modo l’animo e la dignità di chi si imbatte nel tema.
Il testo è suddiviso in due parti: la prima, scritta da Marina Lalatta Costerbosa, affronta il problema con una maggiore attenzione al profilo storico; nella seconda parte Massimo La Torre, invece, predilige un’indagine di tipo giuridico. Nonostante tale divisione, il volume presenta un’evidente omogeneità di fondo, data dal fatto che gli autori appaiono in totale sintonia nei contenuti e nel metodo.

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