La dottrina degli anni Cinquanta e Sessanta aveva sottovalutato le implicazioni del nuovo diritto convenzionale internazionale . Il lessico delle dichiarazioni universali era largamente condiviso dal ceto intellettuale, ma non emergevano altrettanto significative convergenze nel cercare di predisporre i debiti strumenti attuativi. Né dal punto di vista giuridico-formale (approfondendo, ad esempio, le regole e i limiti della giurisdizione delle corti internazionali, quelle costituite e quelle da costituire), né nell’ottica di una specifica formazione culturale (quali valori diffondere e attraverso quale accezione di cittadinanza, in un ordine internazionale e planetario).