| RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO X - NUMERO 2 - DICEMBRE 2024

Ultimo saluto a Valentin Petev

DI MASSIMO LA TORRE

Il 20 febbraio di quest’anno in una clinica della città di Münster in Germania è venuto a mancare Valentin Petev. Avrebbe compiuto 90 anni il 18 ottobre prossimo. Il Professor Petev era nato da una famiglia benestante di Sofia, la capitale della Bulgaria. Qui vi aveva compito gli studi di giurisprudenza per poi trasferirsi a Jena, nell’allora Repubblica Democratica Tedesca al fine di specializzarsi in studi di diritto privato comparato. Alla fine degli anni Sessanta potette, cosa rarissima per un giovane dell’Europa dell’Est, trascorrere un anno con una borsa di ricerca alla Sorbona di Parigi. Qui fu a contatto col noto storico della filosofia del diritto Michel Villey. Passò infine nella Germania Occidentale, prima ad Amburgo all’Istituto Max Planck di Diritto privato internazionale nella bella sede di Dammtor, grazie all’interessamento di Konrad Zweigert. Fu in séguito docente a contratto all’Università di Bochum per qualche anno. Nel 1975 ebbe una “chiamata” all’Università di Münster in Westfalia, dove divenuto professore di ruolo rimase operoso fino al 1999, anno del suo pensionamento, insegnandovi diritto privato e filosofia del diritto. Il Professor Petev fu per decenni uno dei massimi specialisti europei per ciò che concerneva il diritto privato dei paesi cosiddetti socialisti, tema su cui scrisse una monografia (Sozialistisches Zivilrecht: Eine Rechtsvergleichende Einführung, De Gruyter, Berlino, 1975), e molti saggi. Si interessò poi alla teoria marxista del diritto, dedicandole un saggio corposo (Kritik der marxistisch-sozialistischen Rechts- und Staatsphilosophie, Duncker & Humblot, Berlin 1989), alla più generale filosofia del diritto (vedi il suo Das Recht der offenen Gesellschaft. Grundlegung einer Philosophie des Rechts, Duncker & Humblot, Berlino, 2001) ed alla eterna questione della natura del diritto. Su questa tenne a Catanzaro vari seminari nel quadro del programma di dottorato in teoria e storia del diritto, seminari che sono stati poi la base del volumetto pubblicato dalle Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, Per un’ontologia post-metafisica del diritto, nel 2016. Fu studioso vivace, curioso, animato anche da verve polemica. Ed amico dei giovani, cui non mancò di prodigare aiuto e incoraggiamento. Lo ricordiamo allegro, agile e forte (fu un grande sportivo), elegante, seducente. Pieno di una incontenibile voglia di vivere. La sua conversazione era brillante, in varie lingue, ironica, e soffusa di una vena malinconica, dovuta alle molte vicissitudini della sua vita. Soffrì le pene imposte dal totalitarismo, sempre sostenuto dalla moglie amatissima, Brigitte; e di queste pene dà testimonianza in un bel libro di ricordi biografici (Von sozialistischer Diktatur und westlicher Freiheit: Eine politische Autobiographie, Litt Verlag, Münster, 2007). È stato un amico speciale dell’Università di Catanzaro, che ripetutamente visitò, aprendo ai suoi giovani ricercatori nuove piste e importanti contatti internazionali. Lo ricordiamo con gratitudine ed affetto, e ne sentiamo la mancanza 

 

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