Login Contatti | RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO IX - NUMERO 2 - DICEMBRE 2023

Editoriale di Massimo La Torre

In Editoriale
23 Dicembre 2015

Mai come in questi ultimi mesi la questione dell’Europa si è rivelata centrale ed addirittura “esistenziale” per la qualità della democrazia e della cittadinanza. Il terzo “salvataggio” della Grecia all’interno dell’Eurozona si è compiuto, se si è compiuto, secondo logiche e procedure che hanno messo a nudo la natura irrazionale ed oligarchica dei processi decisionali delle istituzioni europee sovranazionali, in maniera eminente di quelle dell’Eurozona. La Grecia è stata messa dinanzi ad un aut aut che il ricorso nazionale alle urne, invece di attenuare e far saltare, ha aggravato e reso più micidiale. Dinanzi al ricorso allo strumento principe delle democrazie, il referendum, vox populi, le élites e la dirigenza delle istituzioni europee, la Commissione, la Banca centrale europea, lo stesso Parlamento europeo (per bocca del socialdemocratico tedesco Martin Schulz), hanno reagito in maniera negativa e scomposta, immischiandosi pesantemente con dichiarazioni catastrofiche ed aggressive (se non apertamente ricattatorie) nella valutazione dei cittadini ellenici. Il Presidente della Commissione ed il Presidente del Parlamento europeo hanno apertamente fatto propaganda per il voto del sì alle misure imposte al governo greco dal gioco combinato della Troika, uno strano organo invero nel quale tra l’altro siede una istanza, come il Fondo Monetario Internazionale, che nulla ha a che fare con l’architettura istituzionale dell’Unione Europea.

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