Login Contatti | RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO IX - NUMERO 2 - DICEMBRE 2023

PRESENTAZIONE

In Editoriale
1 Febbraio 2022

DI ANDREA PORCIELLO

È un contributo del noto sociologo tedesco Wolfgang Streeck, direttore emerito del Max-Planck-Institut für Gesellschaftsforschung di Colonia, ad aprire questo numero di Ordines: Absent Without Leave, The European Union in the Corona Pandemic. Lo scritto si inserisce a pieno titolo nella più recente produzione dell’Autore, quella più critica nei confronti della politica europea e, più in generale, del sinistro ed ormai mutato (forse corrotto) rapporto tra democrazia e capitalismo. L’idea portante da Streeck è quella per cui l’Europa, nel tentativo di fronteggiare situazioni fino a poco tempo fa del tutto impensabili, abbia iniziato ad adottare misure d’emergenza che mirano prevalentemente al rafforzamento del mercato, e molto meno al benessere e alla salute dei propri cittadini. Tanto le istituzioni europee, quanto gli Stati membri, per quanto sorprendente possa sembrare, hanno trasformato la situazione pandemica in un vero e proprio business, «as usual» scrive Streeck. “Come al solito” in quanto, come tante volte il sociologo tedesco ha sottolineato in passato, e andando alla radice del problema, la pandemia ha semplicemente offerto all’Europa l’opportunità di accelerare e radicalizzare un processo che ha avuto inizio ben prima che il Corona virus irrompesse prepotentemente nelle nostre vite, ossia il processo di trasformazione neoliberista del capitalismo post-bellico. In quest’ottica, la pandemia, avrebbe costretto l’Europa a gettare via la maschera, a esplicitare in modo più chiaro rispetto al passato tendenze e pulsioni già ben radicate nel suo DNA: la tendenza a monetizzare i rapporti, a soppesare dal punto di vista economico tutte le situazioni che è chiamata a fronteggiare, a cominciare da quella ecologica. E secondo Streeck, la quintessenza di questo atteggiamento è espresso in modo nitido dalla Germania, la forza trainante di un’Europa ormai del tutto asimmetrica. La Germania, soprattutto durante il Governo Merkel, che Streeck definisce non a caso una politica «post moderna», sta esprimendo una politica di «disprezzo quasi machiavellico sia per le cause che per le persone». Il fine ultimo della politica tedesca, presa a modello da molti Stati europei, è quello della competitività nei mercati globali, a prescindere da quale sia il prezzo da dover pagare. Nel contributo che Ordines si onora qui di seguito di pubblicare, Streeck applica tali idee alla questione pandemica, mettendo in rilievo tutta una serie di incongruenze e di contraddizioni che caratterizzano a suo avviso l’odierna politica europea, sempre molto attenta alle questioni di dettaglio (soprattutto se economiche), e molto meno alle «big questions» legate al virus e alla sua diffusione: «where the virus came from, out of the blue of nature or from human activity; whether it was a one-time event or one of others waiting in the wings; how to prevent a repeat, by strengthening the “resilience” of European societies or by fighting future viruses at their source, wherever that might be».

Alcune delle tematiche che fanno da sfondo agli argomenti di Streeck hanno trovato ulteriore approfondimento in alcuni dei contributi del presente numero: in particolare, il tema del rapporto tra politica ed economia in Europa costituisce l’oggetto di riflessione dello scritto di Claudia Atzeni, assegnista di ricerca in Sociologia e Filosofia del diritto, Il liberalismo autoritario e il processo di consolidazione delle libertà economiche europee: utilizzando il concetto helleriano di “liberalismo autoritario”, l’Autrice definisce l’integrazione europea nei termini di un’integrazione «essenzialmente negativa», nonché sintomatica di un predominio delle logiche economiche su quelle più strettamente politiche; la questione delle politiche europee in materia di Covid 19 costituisce, invece, l’oggetto del contributo di Francesco Iannelli, dottorando di diritto costituzionale, Note sul green pass e sull’obbligo vaccinale nella prospettiva costituzionale in cui, fra le altre cose, ci s’interroga sull’opportunità dell’obbligo di vaccinazione generalizzata a partire dagli articoli 2 e 32 della Costituzione. Infine, Mario Calogero, Professore ordinario di diritto privato presso l’Università di Messina, presenta un saggio dal titolo Muri tra Stati e muri tra fondi privati in cui, mediante un approccio essenzialmente privatistico alla questione della delimitazione della proprietà privata, si perviene a conclusioni, anch’esse molto attuali, relative alla tendenza degli Stati contemporanei a delimitare attraverso simili ma più imponenti barriere l’estensione dei diritti e delle tutele. È così che Calogero conclude il suo saggio: «se tra gli Stati si diffondesse la consapevolezza che i rispettivi confini ed i muri che li segnano, così come avviene nei rapporti tra privati, possono ben essere comuni, ciò non potrebbe contribuire ad indurli a farli riflettere sulla opportunità (o almeno sulla possibilità) di una gestione delle loro relazioni, meno crudele di quanto ancora è dato vedere in troppi casi?».

A questi contributi dedicati, benché con approcci e metodi differenti, ad un medesimo centro tematico, si aggiungono poi saggi su questioni e tematiche differenti.

Di questioni filosofiche e filosofico giuridiche trattano i lavori di Ansuategui, Llano, Garcia Pasqual e Silvi: Francisco Javier Ansuategui Roig, Catedratico di Filosofia del diritto presso l’Università Carlos III di Madrid, presenta un lavoro sulla figura di Ronald Dworkin, Dworkin e l’attitudine filosofica in cui, anziché concentrarsi sulle note tesi proposte dall’Autore americano, Ansuategui focalizza la sua attenzione sul modo tipico di Dworkin di fare filosofia del diritto, sul suo metodo, ed in particolare sulla dimensione pratica del suo approccio alle questioni giuridiche. Fernando H. Llano Alonso, Catedratico di Filosofia del diritto presso l’Università di Siviglia, presenta un saggio dal titolo Transumanesimo, vulnerabilità e dignità umana. Il giurista di fronte alle sfide della rivoluzione tecnologica 4.0 in cui si discute di un cambio di paradigma che si sta attuando proprio nella nostra epoca, quello che sancisce il passaggio dal paradigma umanista a quello post umanista, attraverso il quale all’inviolabilità della condizione umana e della sua dignità sembra sostituirsi, in maniera inesorabile, la tendenza tecnologica al superamento dei limiti della condizione umana al fine di realizzare un qualche ideale di perfezione. Cristina Garcia Pasqual, Catedratica di Filosofia del diritto presso l’Università di Valencia, nel suo contributo Servitù del corpo. Distopia, natura e genere riscopre un’opera letteraria distopica dei primi decenni del Novecento, in gran parte dimenticata: La notte della svastica, di Katharine Burdekin, in cui l’autrice inglese immagina un lontano futuro in cui i nazisti una volta sconfitti i loro nemici riescono a imporre un regime dittatoriale millenario. Il quadro distopico dell’Autrice inglese, descritto in modo brillante nel contributo, fornisce a Cristina Garcia Pasqual l’occasione per riflettere sulla società patriarcale occidentale e sul ruolo delle donne. Infine, Marco Q. Silvi, Dottore di ricerca, nel contributo Ancora su diritto e giochi riflette su una metafora ricorrente nella teoria del diritto, attraverso la quale si cerca di comprendere il senso del diritto confrontando il fenomeno giuridico ai fenomeni ludici. È noto, ad esempio, l’utilizzo che di questa metafora fa Alf Ross quando confronta la regolarità del diritto a quella del gioco degli scacchi. Silvi offre nel contributo una serie di interessanti riflessioni sul tema che sono certamente degne di considerazione.

La sezione dedicata ai saggi e alle discussioni continua con i saggi di Monteverdi, Fabbri e Tarantino. Donatella Monteverdi, Professore Associato di Diritto romano presso L’Università di Catanzaro, dedica il suo contributo alla figura di Cassiodoro ed in modo particolare alla componente più giuridica di una delle sue opere più note, le Variae; Alberto Fabbri, Professore associato di diritto ecclesiastico presso l’Università di Urbino, presenta un saggio intitolato Alcune riflessioni sul contributo fornito dal patrimonio culturale religioso ad una identità fideistica di appartenenza, in cui si riflette sul ruolo che il patrimonio culturale religioso può assumere come strumento di dialogo sociale e giuridico tra le istituzioni, le confessioni religiose e le organizzazioni culturali. Daniela Tarantino, Professore associato di Diritto canonico e diritto ecclesiastico presso l’Università di Genova, presenta un contributo dal titolo Telematic reality and pastoral care. The spiritual assistance of the Catholic Church in Italian health facilities to the test of the pandemic, dedicato all’assistenza spirituale che la Chiesa Cattolica sta fornendo nelle strutture sanitarie in tempo di pandemia.

Più strettamente giuridici i contributi del dottore di ricerca Valentina Zampaglione e dalla assegnista di ricerca Federica Nanci: il primo, L’inclusione dei fondi in piani di sviluppo industriale non estingue gli usi civici su di essi esistenti, è dedicato appunto alla legislazione e alla giurisprudenza in materia di usi civici ed il secondo, Il debitore meritevole nella disciplina del sovraindebitamento: dalla teoria della razionalità limitata alle tecniche del neuroimaging, in cui ci si concentra sulla recente legislazione italiana in tema di sovra indebitamento interrogandosi sulla desiderabilità, sui risultati e sui limiti di una interpretazione dell’istituto ispirata alla teoria della cd. razionalità limitata.

Il numero, come di consueto, è arricchito dalla presenza di un forum di discussione e da numerose recensioni di volumi di recente uscita. Il forum, curato da Andrea Romeo, Assegnista di ricerca di Filosofia del diritto presso l’Università di Catanzaro, è dedicato al tema Avvocatura, deontologia e concetto di diritto, e ospita i contributi di Mauro Barberis, Luigi Pannarale, Federico Puppo, Aldo Schiavello, Pawel Skuczynsky e Isabel Trujllo. Le recensioni sono, infine, le seguenti: Stefano Pietropaoli commenta il recente Manuale di filosofia del diritto. Figure, idee, contesti, scritto da Francesco Zanetti e Thomas Casadei; Benedetta Rossi recensisce il volume di Alessandra Sciurba dedicato al diritto d’asilo, Le parole dell’asilo: un diritto di confine; Cesare Trabace presenta una scheda relativa al volume collettaneo Studi sul capolarato, curato da G. De Santis, S. Corso e F. Delvecchio; Adriano Zambon introduce e commenta il volume di Gustav Radbruch, Filosofia del diritto, recentemente tradotto e curato da G. Carlizzi e V. Omaggio ed infine, Leonardo Mellace ha recensito il volume di Tommaso Greco La legge della fiducia. Alle radici del diritto.

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