Login Contatti | RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO IX - NUMERO 2 - DICEMBRE 2023

PRESENTAZIONE

In Editoriale
22 Agosto 2022

DI ANDREA PORCIELLO

Il numero di Ordines che qui presento ai nostri lettori si apre con il contributo di uno tra i più apprezzati teorici politici del dibattito internazionale, il filosofo anglosassone Saul Newman, oggi professore al Goldsmiths College di Londra, noto innanzitutto per le sue riflessioni sull’idea di post-anarchismo, vero marchio di fabbrica dell’autore. Nel lavoro che Ordines si onora di pubblicare in questo nuovo numero, Political Theology: An Anti-Authoritarian Perspective, Newman, a partire dalle ben note idee espresse da Giorgio Agamben sulle misure restrittive adottate dai governi durante la pandemia, e in sintonia con il politologo italiano, evidenzia che «si può essere in gran parte d’accordo con l’analisi di Agamben. (…) Le misure e le restrizioni imposte dai governi in giro per il mondo appaiono in verità senza precedenti e offuscano la linea che separa le democrazie liberali dei regimi autoritari. I governi – continua Newman ancora una volta in sintonia con Agamben – sono stati capaci di costringere le loro popolazioni a forme di arresti domiciliari, a limitare drasticamente i loro raduni pubblici, dai funerali alle manifestazioni di protesta, e in ultima analisi ad interrompere il normale andamento della vita e delle relazioni sociali». Com’è noto, tutto ciò ha indotto Agamben a concludere che le democrazie contemporanee, che non sono più vere democrazie, hanno usato la pandemia per generare coscientemente uno stato di eccezione permanente attraverso cui poter accrescere i propri poteri e le proprie sfere di ingerenza ed in cui poter sospendere i più ovvi diritti dei propri cittadini. Newman sul punto appare, almeno in parte, più cauto, e anziché dare per scontata tale drastica conclusione, si chiede innanzitutto «se la teoria dello stato di eccezione di Schmitt, in cui il potere sovrano sospende l’ordine costituzionale in caso di emergenza, costituisca realmente il modo più adatto di approcciare il problema del potere statale dal punto di vista torico». Senza anticipare quanto il lettore potrà da solo reperire all’interno del saggio, Newman risponde, almeno in parte, negativamente a tale domanda. Se è vero, come è vero, che le attuali democrazie liberali sono assai deboli e in molti casi pericolosamente vicine a svolte in senso autoritario, l’appello a Schmitt e al nazionalismo di cui appare intrisa la sua teoria, se per un verso aiuta a leggere il nostro tempo, così simile per molti versi a quello che Schmitt a vissuto, per un altro verso non fa che accelerare «gli inevitabili disordini sociali, ad aumentare le tensioni geopolitiche, anziché contribuire alla stabilità». Il pensiero di Schmitt, insomma, non è la soluzione al problema, sembra avvertire Newman, costituisce casomai una sua importante chiave di lettura.

A seguire, i saggi dei filosofi del diritto Giovanni Bombelli e Alberto Scerbo: nel primo, Economia, scambio, diritto e relazione. Schumpter come Case Study, si propone essenzialmente una rimeditazione del ragionamento (e del comportamento) a rilevanza economica, utilizzando il pensiero di Joseph Schumpter quale griglia critico metodologica; e nel secondo, Lo “spirito” dell’Europa nella letteratura tra le due guerre mondiali, Albero Scerbo propone una rilettura di alcuni grandi maestri della letteratura del Novecento, come Zweig e Mann, in quanto capaci di intuire «i pericoli insiti in questa ubriacatura progressista e [di rivendicare] il primato di una concezione europea, capace di superare contrasti e divergenze in favore di un’unità di intenti e di scopi».

Leura Della Riva e Milena Patters Melo, nel contributo Rights of Nature in Brazil: limits and possible interpretations of the 1988 Constitution, analizzano la possibilità di estendere le idee tipiche del costituzionalismo andino, che com’è noto attribuiscono centralità e autonomia giuridica alla Madre Terra in quanto portatrice di diritti fondamentali, alla Costituzione brasiliana del 1988.

Gaetano Bucci, docente di Diritto dell’economia e dell’integrazione europea presso l’Università Aldo Moro di Bari, nel contributo I riflessi della concezione ordinovista del potere sociale dal basso nel modello di democrazia economica-sociale recepito nella Costituzione italiana propone un’interessante analisi delle ragioni che hanno condotto alla scissione del Partito Comunista Italiano dall’originario Partito Socialista, in particolare mettendo in luce l’influenza che il “nuovo” partito comunista ha avuto sul lavoro dell’Assemblea Costituente.

È poi di Chiara Magneschi, docente a contratto in teorie giuridiche e politiche dei diritti umani presso l’Ateneo di Pisa, il contributo dal titolo La non violenza nell’opera di Olympe de Gouges. Alcune considerazioni a partire da una recente pubblicazione, in cui vengono esaminati alcuni dei concetti chiave del pensiero della grande drammaturga e attivista francese del periodo rivoluzionario quali quelli di eguaglianza di genere, cittadinanza e schiavitù, mettendo in particolare evidenza la loro evidente attualità.

Di ambito penalistico è il contributo offerto da Mario Caterini e Marianna Rocca dal titolo L’agente sotto copertura al limite della provocazione, in cui, aderendo implicitamente all’approccio teorico tendente a denunciale l’eccessiva muscolarità del diritto penale contemporaneo, si evidenzia in particolare il rischio, del tutto fondato con riferimento alla figura dell’agente sotto copertura, che «per soddisfare supposte gravi esigenze di sicurezza collettiva, si assecondino dissimulate lesioni dei princìpi costituzionali ad opera di un diritto penale con tendenze eticizzanti».

Sempre di ambito penalistico, benché attraverso un approccio squisitamente giusfilosofico, il contributo di Antonio Vernacotola Gualtieri D’Ocre, Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine, in cui si propone un’analisi della teoria del reato e della scienza penale nella dottrina di Giuseppe Bettiol.

Stefano Zoccali, dottore di ricerca presso l’Ateneo di Catanzaro, propone un saggio dedicato all’operatività dell’istituto della confisca allargata attraverso un’analisi della giurisprudenza nazionale ed internazionale e Annamaria Abbruzzese, dottore di ricerca e assegnista in diritto privato comparato, è autrice di un’analisi comparata degli istituti delle proprietà collettive e degli usi civici.

La sezione dei Saggi si conclude con i contributi di Serena Serravalle, professore associato di Diritto privato presso l’Università degli studi di Salerno, e di Giulia Torta, Assegnista di ricerca presso l’Università degli studi di Palermo: la prima presenta un saggio sull’utilizzazione delle “opere fuori commercio” nella disciplina attuativa della direttiva copyright e la seconda un contributo sulla questione dei codici di comportamento in ambito lavorativo.

La sezione Discussione si compone di cinque saggi: Comparative Law and “Revolutionary” Constitutionalism – A Short Comment on Bruce Ackerman’s Book on “Revolutionary Constitutions” di Massimo La Torre, autore come di consueto anche dell’editoriale; Para una crítica feminista de la teoría queer di Enriqueta Garcia Pasqual; Fintech e criptovalute: processi di regolamentazione europea e questioni applicative di diritto societario di Marco Migaldi; Le occorrenze del nome di Girolamo Savonarola nel corpus machiavelliano di Francesco Patrone; ed infine L’impatto del tracciamento digitale durante la pandemia da COVID-19: una breve rassegna della letteratura di Gessica Fulciniti.

Come di consueto, ad impreziosire il numero è stato previsto anche un Focus, questa volta interamente dedicato al concetto di giustizia, analizzato sotto molteplici profili giusfilosofici e giuspolitici: i contributi raccolti sono di Serena Vantìn, che ha curato il Focus, Alessandra Sciurba, Carmen Barranco Aviles, Andrea Porciello, Nicola Riva, Orsetta Giolo e Lorenzo Milazzo.

Nella sezione Cronache è presente il lavoro di Linda Fregoli, Dottoranda in Scienze Giuridiche presso l’Università degli studi di Pisa, L’uguale libertà religiosa in Italia.

Il numero si conclude con le recensioni di Casimiro Coniglione e di Domenico Bilotti.

 

SCARICA IL DOCUMENTO INTEGRALE

Hai già votato!