Login Contatti | RIVISTA SEMESTRALE - ISSN 2421-0730 - ANNO IX - NUMERO 2 - DICEMBRE 2023

Presentazione di Vittorio Daniele, Alessandro Morelli, Andrea Porciello

In Editoriale
9 Agosto 2019

Questo numero della rivista si apre con una sezione speciale che contiene la presentazione di Geremia Romano, la laudatio di Massimo La Torre e la lectio di Robert Alexy, in occasione del conferimento della laurea magistrale honoris causa in Giurisprudenza al giurista e filosofo tedesco dal Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dell’Università Magna Graecia, il 13 giugno 2019. Come scrive Romano, il conferimento della laurea ad honorem ad Alexy «ha inteso rinnovare, all’attenzione degli studenti in formazione e di tutti gli operatori giuridici di un’intera comunità territoriale, l’esempio di ricercatore e di studioso». La Torre nella sua laudatio sottolinea come la ricerca di Alexy, che riguarda la teoria del diritto, i diritti fondamentali e il ragionamento giuridico e giudiziale, abbia profondamente influenzato la discussione sul concetto di diritto, trovando accoglienza nella giurisprudenza di molte corti di giustizia, come la Corte Costituzionale Federale tedesca, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e nelle giurisdizioni di vari paesi dell’Europa orientale e dell’America Latina.

I saggi si aprono con due contributi di filosofia del diritto. Quello di William Lucy affronta il tema dell’«opacità», che l’Autore definisce un «valore giuridico-politico». La riflessione di Lucy, che si snoda considerando la funzione dell’opacità nel sistema di common-law e nella filosofia giuridico-politica, giunge alla conclusione che l’opacità, nonostante l’accezione negativa che comunemente le viene attribuita, può rappresentare, effettivamente, un valore. Il saggio di Alice Marras ha come tema l’interpretazione kelseniana della sovranità in opposizione a quello che la studiosa considera il «pericoloso» paradigma neo-hegeliano della sovranità statale. L’interpretazione di Kelsen, si osserva, è di grande attualità. In un mondo globalizzato in cui, si afferma, gli Stati nazionali sono in crisi e in cui emergono localismi, l’idea di una sovranità che, oltrepassando la dimensione statale, si caratterizzi in senso kelseniano come primato formale, potrebbe rappresentare un obiettivo valido per la costruzione di una comunità giuridica internazionale unita dall’ideale della pace. Il saggio di Angelo Licastro affronta una questione di grande rilevanza e attualità: l’utilizzo di simboli religiosi nei paesi europei d’immigrazione e la loro compatibilità con i valori occidentali. Tra i casi considerati da Licastro, due sono stati e continuano ad essere oggetto di dibattito pubblico: l’uso del burqa da parte delle donne musulmane e del kirpan, un pugnale rituale, da parte dei fedeli sikh. Queste ed altre questioni sono considerate da Licastro alla luce della giurisprudenza e dei principi costituzionali, tra rispetto della libertà religiosa e salvaguardia della sicurezza collettiva.

L’evoluzione del principio «ne bis in idem» nell’interpretazione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte di Giustizia Europa è esaminato da Stefano Zoccali a partire dalla pronuncia della Corte Europea nel caso Engel e altri contro i Paesi Bassi del 1976, fino a giungere alle sentenze più recenti delle due Corti.

Le «sollecitazioni» provenienti da altri ordinamenti in materia di sanzioni civili afflittive sono esaminate da Luciana La Banca: tali sanzioni, estranee alle logiche della riparazione, ovvero all’attribuzione al danneggiato dell’equivalente economico della perdita subita, rispondono all’esigenza di sopperire alle carenze dello strumento risarcitorio mediante la previsione di prestazioni apprezzabili in termini economici, sebbene svincolate dal pregiudizio concretamente sofferto e a quest’ultimo non sempre proporzionate. Attraverso un’analisi della dottrina, La Banca esamina la valenza e i limiti di tali misure.

Giuseppe Colacino affronta un altro argomento di grande rilevanza, e cioè il sistema di tutela degli incapaci innovato dalla legge n. 6 del 2004. L’Autore, che analizza la giurisprudenza sulla materia, conclude che la citata legge non ha semplicemente aggiornato lo statuto di protezione dei soggetti deboli, ma ne ha «profondamente innovato la filosofia ispiratrice, adeguandola, per un verso, alle mutate concezioni medico-psichiatriche delle patologie mentali, e per l’altro, ai principi costituzionali di tutela della persona».

L’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’azione di riconoscimento della paternità è l’oggetto del saggio di Elisabetta Errigo; un tema che, evidentemente, coinvolge i rapporti tra progresso scientifico e scienza giuridica. Lo sviluppo della ricerca genetica si è riflesso sugli orientamenti giuridici, che si sono spostati dal favor riconosciuto alla famiglia e alla filiazione legittima, al favor veritatis, data la rilevanza dei test genetici nell’accertamento della paternità. Annamaria Abbruzzese si occupa delle attività di Bed & Breakfast nel condominio, un fenomeno che trova sempre più diffusione e che pone problemi di bilanciamento delle regole condominiali e degli interessi economici di coloro che svolgono tale attività.

L’applicazione della pena di morte nel Regno d’Italia, in una delle ultime esecuzioni capitali dell’Ottocento, quella del brigante Pietro Bianco a Cosenza (1873), costituisce il tema del saggio di Ferruccio Maradei. Quella di Bianco fu un’esecuzione che fece discutere. Condotto presso il Vallone di Rovito, nei pressi di Cosenza, il condannato, rifiutati i conforti religiosi, oppose una tenace, lunga e disperata resistenza. Immobilizzato dopo un tentativo di aggressione ai danni del boia, venne decapitato dopo due colpi di ghigliottina. Fu – osserva Maradei – una triste esibizione di morte cui seguì l’esposizione della testa del giustiziato al pubblico accompagnata dal grido di «Giustizia è fatta!» da parte del boia. La pena capitale fu oggetto d’intenso dibattito. Tra le più importanti posizioni quella di Antonio Buccellati, professore di diritto penale presso l’Università di Pavia, che si schierò per la civilizzazione del diritto penale e per il definitivo superamento del patibolo.

La sezione «Saggi» della rivista è conclusa dal lavoro di di Maria Carlotta Rizzuto che si occupa dell’ambito applicativo della disciplina agraria, considerando la produzione di energia rinnovabile da parte delle imprese agricole.

La sezione «Discussione» della rivista ospita diversi contributi. Baris Ciftci discute gli esiti delle elezioni tenutesi a Istanbul a marzo e giugno 2019; diritto, religione e integrazione sono i temi affrontati da Jessica Mazzuca che li esamina considerandoli, in particolare, alla luce della giurisprudenza europea; l’importanza degli archivi scolastici e la loro conservazione, in seguito alla recente normativa che ha imposto il «dimensionamento» della rete scolastica, sono gli argomenti del contributo di Antonella Bongarzone. Infine, Andrèe Chiarella esamina il ruolo di garanzia dell’avvocato nei confronti dei casi di abuso del diritto. Segue la cronaca di Juho Kääriäinen, che sintetizza i contributi di una conferenza svoltasi a Tallin (febbraio 2019) sul tema dei migranti, dei rifugiati e dei diritti di cittadinanza, e l’intervista di Leonardo Mellace a Klaus Tuori sulle sfide politiche e giuridiche che il processo d’integrazione economica si trova oggi ad affrontare: crisi economica, immigrazione, Brexit. Come di consueto, il volume si chiude con alcune recensioni.

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